Sarah Moon
L’EFFRAIE

L'Effraie / Il Barbagianni


moon  

Sarah Moon presenta a Savignano il lungometraggio Mississippi One e gli scatti ispirati a Il soldatino di piombo, la celebre fiaba di Hans Christian Andersen. Le immagini di L'effraie/Il Barbagianni restituiscono allo spettatore quelle atmosfere e quei sentimenti che contraddistinguono da sempre l'opera della Moon. La rilettura moderna dei classici di Andersen danno vita ad un'esperienza unica e travolgente attraverso la rivisitazione delle storie e il copovolgimento dei finali.
In mostra anche i video Circuss e Le fil rouge.

Sarah Moon nasce in Inghilterra, da madre francese e padre inglese, cresce in Francia, dove studia disegno in una scuola d'arte. Negli anni Sessanta diventa modella professionista, entrando così nel mondo della moda e avvicinandosi alla fotografia. Il suo stile diventa noto al grande pubblico grazie alle campagne pubblicitarie di Cacharel, casa con cui collaborerà per vent'anni. La dolcezza dei colori pastello, l'uso di pellicole a grana grossa e una visione romantica della donna rendono inconfondibile il suo stile.
Dal 1985 decide di dedicarsi principalmente a progetti personali, sempre meno su commissione e nel 2003 la Maison européenne de la Photographie di Parigi le dedica una grande mostra che consacra il suo lavoro a livello internazionale.

Villa La Rotonda, via Castelvecchio, 60
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

 
Mario Dondero
Il «mestiere operaio» della fotografia
a cura di Antonio Ria e Paola Sobrero
dondero


Di omaggi Mario Dondero quest'anno ne ha collezionati veramente tanti. Occasione e pretesto i suoi ottant'anni di vita spericolata e gli oltre cinquanta di professione dedicata al fotogiornalismo e alla fotografia sociale.
Quasi sempre non celebrazioni ma tributi di affetto, raccolti intorno all'umanità infinita che ha incontrato e frequentato questo straordinario interprete di mezzo secolo di storia del Novecento, percorrendo strade e sentieri di mezzo mondo. È stupefacente imbattersi in dediche sentimentali così dirette, incondizionate, spassionate come quelle che, spesso a sua insaputa, lo accompagnano in ogni circostanza che lo riguarda. Anche quella del Si Fest di Savignano, insieme alla Fondazione Balestra di Longiano, vuole offrirsi quale ulteriore opportunità di incontro con l'opera inesausta e sterminata del personaggio e del reporter in una edizione forse particolarmente congeniale, dedicata a Identità e percezioni - apparire appartenere.

Palazzo Martuzzi, sala Allende, corso Vendemini, 18
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Mario Dondero
Una commedia umana
ritratti e reportage

a cura di Antonio Ria
dondero

Ne ha fatta di strada Mario Dondero in sessant’anni di professione, dai mitici inizi al Bar Giamaica di Milano. Ha girato il mondo (ha scritto un testimone privilegiato come Corrado Stajano), «è stato nei posti caldi delle guerre e nei posti drammatici della pace. Ha viaggiato in Algeria negli anni della tortura, è stato in prigione in Guinea Bissau, è rimasto vittima delle violenze poliziesche in Italia... Ha raffigurato coraggio, conflitto e tragedia. Ma è tutto suo il dono di cogliere i piccoli momenti, di fissare l’attimo di cui non resterà traccia nel mondo». Come dimostrano i ritratti e Mario Dondero, i reportage esposti presso la Fondazione Tito Balestra nel Castello Malatestiano di Longiano, dove è nata l’idea di questa mostra: dalla partecipazione di Mario alle manifestazioni dedicate lo
scorso anno a Michel Butor, che egli aveva fotografato a Parigi nel 1959 presso Les Éditions de Minuit insieme ad altri scrittori del nouveau roman. Un capitolo importante sulla vita di Dondero e sul suo “mestiere” di giornalista e fotografo. Una sintesi di come lui vede – da testimone – la “commedia umana”. Percezioni (apparire) che coincidono con la sua identità di uomo (appartenere). Tasselli di un mosaico attraverso il quale, alla fine, si intravede il suo autoritratto.

La mostra fa parte del progetto Sagge sono le muse/intermezzo 2008, rassegna d’arte, letteratura, musica e poesia, promossa dalla Fondazione Tito Balestra, a cura di Flaminio e Massimo Balestra.

Fondazione Tito Balestra
piazza Malatestiana - Longiano

sabato 13 settembre: ore 17-19 / fino al 5 ottobre: dal martedì alla domenica: ore 10-12 e 15-19
Gian Paolo Barbieri
L'ELEGANZA DELLO SGUARDO, dalla moda ai tropici
barbieri  

Per Barbieri l'immagine è una sensazione, una seduzione, uno spunto per l'immaginazione e un richiamo per il desiderio. Egli guarda al mondo come un abilissimo creatore di composizioni tanto raffinate quanto artificiali, la sua è una continua sfida alle risorse della fotografia.
Sfida che, lungo il suo percorso artistico, Barbieri rinnova continuamente, soprattutto nei lunghi viaggi, che lo portano a rivolgere il suo sguardo all'incantevole mondo della natura, in tutte le sue forme.
Nell' Oceano Pacifico Barbieri inaugura la sua attività di fotografo d'oltremare e, con l'occhio di chi arriva per la prima volta in territori sconosciuti, cerca e trova nella natura e nelle sue molteplici creature la bellezza e l'autenticità pure. Mostra realizzata con la complicità di Giuseppe Zanotti Design.
Gian Paolo Barbieri nasce a Milano in una agiata famiglia di grossisti di tessuti ed impara fin da giovanissimo l'arte di conoscere le stoffe, che si rivelerà estremamente congeniale alla sua professione di fotografo di moda.
Negli anni dell'adolescenza è grande frequentatore di teatri, innanzitutto, che alimentano ed esaltano la sua vena fantastica; in seguito scopre il cinema, che si rivelerà la passione di un'intera esistenza. Per assecondare questa passione nel '62 si trasferisce a Roma dove per mantenersi, sviluppa e stampa le fotografie che scatta a stelline e aspiranti divi. Il caso lo porta altrove, a Parigi, dove lavora come assistente tuttofare del fotografo Tom Kublin.
Ed è quell'esperienza di due “disperatissimi” mesi a catapultarlo verso il mondo della fotografia…

Castello di Ribano
via Sogliano, 100

12, 13, 14 settembre: ore 9-19
fino al 5 ottobre: dal lunedì al venerdì ore 8.30-12.30 e 14.30-19
sabato e domenica ore 10-13 e 15-19


Luca Massari
re>>ind
Un calendario giornaliero per immagini da un progetto di Barbara Longiardi.


massari

“Fotografare ogni giorno per un anno intero. Non per lavoro ma per cogliere le immagini della vita che scorre.
Con una compatta in tasca come un block notes, scrivere qualcosa che mi viene incontro o nei giorni più difficili devo cercare…”

Castello di Ribano
via Sogliano, 100
12, 13, 14 settembre: ore 9-19
fino al 5 ottobre: dal lunedì al venerdì ore 8.30-12.30 e 14.30-19
sabato e domenica ore 10-13 e 15-19



Je est un autre parafrasando Rimbaud
autoritratti dalle collezioni MEP
Maison Européenne de la Photographie

a cura di Jean-Luc Monterosso e Laura Serani
monterosso

Faux semblant / Falsa apparenza

L'autoritratto, genere classico in pittura, in fotografia figura spesso e paradossalmente come eccezione.
La collezione della Maison Européenne de la Photographie, composta da circa ventimila opere, racchiude alcuni esempi che disegnano, attraverso una quarantina di immagini, le declinazioni più significative.
Tutte, o quasi, illustrano in modo paradossale come l'autoritratto in fotografia sia l'arte di rappresentarsi cercando al tempo stesso di sfuggire alla nozione stessa di identità.
Narcisi feriti o sognati, questi ritratti riflettono la difficoltà di essere alla ricerca sempre rinnovata dell'Unità perduta.

Galleria della Vecchia Pescheria, corso Vendemini 51

12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19
Michael Nyman
Sublime
a cura di Domenico De Gaetano
nyman  


Michael Nyman, uno tra gli artisti più attivi ed eclettici della scena internazionale contemporanea, presenta al Si Fest l'album Sublim, fotografie scattate in giro per il mondo, prima e dopo i concerti del compositore inglese che rappresentano, in un certo senso, l'aspetto visuale della sua musica. Come una partitura musicale, infatti, le immagini scorrono e ci offrono una visione personale in cui Nyman cerca di rubare un dettaglio che ha colpito la sua immaginazione: possono essere i grattacieli di Barcellona o gli oggetti abbandonati nelle strade di New York, un dettaglio di scarpe o i passanti visti dalla stanza di un
albergo a Mantova.
Il titolo Sublime, come racconta Nyman, è nato per caso: «Il sogno di ogni fotografo è trovarsi nel luogo giusto al momento giusto. A me è capitato nella mia città, una mattina a Upper Street. Lì ho potuto fotografare in sequenza un processo semplice: un uomo che piazza le lettere della parola “Sublime” in un cartellone pubblicitario. È stata una premonizione. Susan Sontag diceva che le fotografie possono essere ricordate più facilmente delle immagini in movimento, perché sono una precisa fetta di tempo anziché un
flusso. Ecco, per me ogni fotografia è un momento privilegiato, trasformato in un piccolo oggetto che possiamo conservare e rivedere. Per sempre»

ex Monte di pietà, corso Vendemini, 53
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Antonia Mulas
RITRATTI/ AUTORITRATTI
mulas  


Antonia Mulas nasce nella campagna lombarda, studia arte a Milano dove conosce e sposa Ugo Mulas. Ha curato l'immagine di molte campagne pubblicitarie ma la sua vera passione è il ritratto, che considera l'espressione più alta della fotografia: negli anni tra il 1978 e il 1981 realizza la serie “autoritratti”, 350 scatti delle persone che più hanno avuto un ruolo significativo nella sua vita.
Antonia Mulas propone una selezione di scatti lasciando i soggetti liberi di esprimersi su uno scenario sempre identico a se stesso e pertanto non invadente, i protagonisti sembrano intenti in una conversazione con l'autrice, come se gli scatti fossero avvenuti durante i preliminari, così che nessuno ha avuto il tempo di indossare una maschera, di scegliere un ruolo. Immagini fresche e immediate:
“Ciascuna di queste immagini fotografiche è solo un momento di consapevolezza di chi fotografa e di chi si fa fotografare, in quanto la fotografia è libera dalla sintesi psicologica che è propria della pittura.”

Vecchia Pescheria, corso Vendemini, 51
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Gustavo Frittegotto
Tre generazioni, dall'Italia all'Argentina

(1899-2008) a cura di Laura Serani
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Gustavo Frittegotto nasce in Argentina, ad Arequito, da una famiglia di emigrati italiani. Trascorre l'infanzia nello studio fotografico del padre da cui passano tutti gli abitanti del paese e ascolta i loro racconti mentre sorseggiano una tazza di mate. Da qui nasce la sua
curiosità per le origini e la ricerca dell'identità di un popolo sradicato dal proprio ambiente e trapiantato in una terra selvaggia e sconosciuta, nel cui ruvido aspetto esso si è ben presto identificato.
In mostra immagini del primo fotografo di Arequito, Domenico Pugliese nato a Tropea, prete della chiesa del paese dal 1899 all'anno della sua morte 1951; immagini di Bienvenido Frittegotto scattate dal suo studio aperto negli anni '50 oltre ad immagini più intime, da album di famiglia.
E infine foto di Gustavo Frittegotto, riflesso del periodo di decadenza che colpiva la regione a partire dalla fine degli anni Settanta.
La fotografia è uno strumento conoscere e riconoscersi; nelle parole dello stesso Frittegotto “Dopo tre generazioni di fotografi nella regione della Pampa, dove non potremo mai colmare il vuoto del paesaggio con la nostra cultura e una forte identità, recuperare la nostra identità è ancora il centro della mia ricerca. Riuscire a conoscere chi siamo in questa grande regione chiamata Pampa bagnata”.

Galleria di corso Vendemini, 62-64
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Malekeh Nayiny
Updating a family album
Album di famiglia rivisitato

a cura di Laura Serani
nayiny  
La sua opera è costituita da più serie in cui racconta la propria vita e la propria intimità in modo sempre distaccato e con grande senso di humour. Fortemente legata alla famiglia, descrive attraverso le sue immagini l'identità dei suoi genitori, della sua casa e inevitabilmente anche di se stessa. Recupera oggetti antichi e ritrova fotografie del passato appartenute alla famiglia, le rielabora intergrando motivi e aggiungendo colore e fa in modo, così, di far rivivere attraverso le immagini le persone a lei care.
Malekeh Nayiny nasce in Iran a Teheran, oggi vive e lavora a Parigi.
La rivoluzione islamica ha travolto il corso della sua vita e quando nel 2003 rientra in Iran pensando che il ritorno alle origini dopo 20 anni di esilio l'avrebbe nutrita e radicata, scopre invece di sentirsi straniera a casa propria.
Mostra presentata con la partecipazione del Laboratorio Dupon, Parigi.

Casetta di piazza Castello, 1
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19
Jacob Holdt
American pictures 1970-1975

a cura di Paul Cottin e Jérôme Sother
holdt  


Jacob Holdt nasce nel 1947 a Copenhagen. Nella mostra American pictures 1970-1975 racconta attraverso le sue immagini l'America degli anni 70 all'epoca della guerra contro il Vietnam. Holdt, rimasto affascinato e al tempo stesso intimorito da questo paese, vagabonda per cinque anni sulle strade degli Stati Uniti, a piedi e in autostop. Durante il suo viaggio è ospitato in più di 400 abitazioni dalle famiglie di origini più disparate, dai lavoratori migranti sino ai Rockefellers.
Oltre 3000 immagini scattate con una macchina fotografica a buon mercato, testimoniano gli incontri e il vissuto quotidiano di quegli anni. Rientrato in Danimarca nel 1977 pubblicherà il suo lavoro in American Pictures, un libro che coglie a pieno l'essenza della società americana degli anni Settanta, con le sue passioni e le sue contraddizioni.
La fotografia è stata per Holdt il mezzo per far conoscere l'estrema ingiustizia sociale e razziale che ha incontrato luogo il cammino di quegli anni.
Sono infatti le testimonianze fotografiche del percorso iniziatico di una ragazzo ai confini dell'anima umana, sono immagini che colpiscono per la loro crudezza e stupefacente semplicità e, contemporaneamente, per la spiritualità che sprigionano.
Jacob trasmette una compassione sincera per i compagni di ventura o di sventura e l'esplicita constatazione della banalità del male e della miseria.

ex Palestra Champions, via Castelvecchio, 45

12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Nick Waplington
DOUBLE DACTYL
waplington  


Nato in Inghilterra nel 1965 e tra i più conosciuti fotografi britannici contemporanei, Nick Waplington presenta a Savignano il lavoro
Double Dactyl.
Il termine dattilo deriva dal greco dactylos, letteralmente dito. Nel linguaggio della teoria poetica, tuttavia, dattilo indica un'unità ritmica di tre sillabe, con enfasi sulla prima (lo schema lungo-breve-breve che assomiglia alle giunture di un dito). Ciononostante questa terminologia estetica appare meno pretenziosa quando ci si accorge che un “doppio dattilo” descrive semplicemente il ritmo del nome dell'artista: Nicholas Waplington. Il fulcro del suo lavoro può essere descritto come un viaggio intorno al documentario, che ha stuzzicato e giocato con le nozioni di autenticità, autorevolezza e verità che convenzionalmente definiscono questo genere.
Le fotografie raccolte in Double Dactyl dimostrano che le duplicità di Waplington continuano. Con l'uso del grande formato, si rifà alla tradizione del dipinto storico, della mitologia classica e della fotografia paesaggistica e propone al pubblico una riflessione sull' intensità della quotidianità delle comunità individuali, sociali e geografiche.
Delle 10 immagini qui raccolte colpisce il senso di arida desolazione, una solitudine resa da colori sbiaditi, esterni dimenticati e vuoti paesaggi per la maggior parte scattati da media distanza.
Mostra presentata con la collaborazione di Trolley Gallery, Londra.

Galleria Vicini - Giuseppe Zanotti Design, via del Molino, 6

12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Fernanda Pivano
William Willinghton
Spoon River, ciao
pivano


Nell'Aprile del 1915, Edgar Lee Masters pubblica l'Antologia di Spoon River, un libro composto da 244 poesie, che in breve tempo raggiungerà un successo unico diventando un vero Best Seller mondiale e ancora oggi è tra i libri più venduti al mondo di poesia. In Italia, l'Antologia di Spoon River è stata pubblicata da Einaudi nel 1943 su idea di Cesare Pavese, nella versione tradotta e curata da Fernanda Pivano.
Nell'Antologia di Spoon River Edgar Lee Masters si proponeva di descrivere la vita umana raccontando le vicende del paesino di Spoon River che sorgeva sull'omonimo fiume.
Nel 2005 il fotografo William Willinghton ha deciso di fotografare Spoon River e i luoghi dove sono ambientate le poesie dell'Antologia, mostrando quel luogo sognato da milioni di persone. Anche Fernanda Pivano, nel 1956, quando ormai la sua edizione italiana era diventata famosa e venduta in tutto il mondo per la bellezza delle traduzioni, decide di recarsi negli Stati Uniti per visitare i luoghi in cui Edgar Lee Masters aveva vissuto e che erano stati lo spunto per le poesie.
Allora Edgar Lee Masters era già morto da sei anni, ma Fernanda Pivano incontrò i suoi vecchi amici e nemici e da tutti questi incontri, nacquero una serie fortunata di articoli e di saggi. Inoltre qualche anno più tardi, nel 1971, Fabrizio De Andrè pubblicava uno dei suoi più grandi successi, il disco Non al denaro, non all'amore, né al cielo, una serie di nove canzoni ispirate dalle poesie dell'Antologia di Spoon River.
Le musiche erano del giovanissimo Nicola Piovani (autore anche del successivo disco di Fabrizio Storia di un impiegato e premio Oscar per La vita è bella).

36A Spazio Gallery, via G. Pascoli 36a, Bellaria-Igea Marina
12, 13, 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 28 settembre: ore 10-13 e 15-19
su appuntamento: telefono 335.5919888

Marco Pesaresi
Underground - Memorie dal sottosuolo
Underground. Un viaggio metropolitano è l'ultimo viaggio di Marco Pesaresi, protratto per molti mesi vivendo e fotografando le metropolitane delle più grandi città del mondo: New York, Mosca, Tokio, Calcutta, Città del Messico, Parigi, Londra, Madrid, Berlino, Milano, attraverso i volti di gente comune ma non anonima, frequentatori stanziali, occasionali o in ininterrotto transito: i “visi di porcellana di un Est freddo e triste si sovrappongono alla vitalità sudamericana, uomini d'affari in sguardi densi e profondi dei viaggiatori indiani, alle facce di chi sta dall'altra parte del vetro, sul marciapiedi, in impaziente attesa di un nuovo, veloce convoglio”. Marco Pesaresi ha iniziato a fotografare la metropolitana a Londra nel 1991, rimanendone colpito e affascinato al punto da tramutare l'occasione di un reportage nel progetto di un viaggio ininterrotto, compiuto tra il 1994 e il 1995, raccolto poi nel volume edito nel 1998 da Contrasto e in una mostra di oltre cento immagini. La mostra, che insieme a Off China di Filippo Romano, vincitore unico della borsa di studio nell'edizione 2007 e a Dieci fotografi per Marco Pesaresi, una collettiva dei vincitori del Premio dal 2002 al 2006, vuole essere omaggio e testimonianza affettuosa al reporter, all'amico, al romagnolo doc, comprende 24 immagini di Underground, di cui diverse inedite o comunque non contenute nell'edizione del volume.

Premio Marco Pesaresi 2002-2007
Presentazione di una selezione di immagini di Marco Pesaresi e dei vincitori delle precedenti edizioni del Premio dalla sua creazione: Luigi Gariglio e Alex Majoli (2002), Emiliano Marangoni e Paolo Pellegrin (2003), Tommaso Bonaventura e Theo Volpatti (2004), Eva Frapiccini e Alfredo D'Amato (2005), Maurizio Cogliandro e Andrea Dapueto (2006). Mostra realizzata con la collaborazione di Contrasto e di Alessandra Mauro.

ex Consorzio di Bonifica, corso Garibaldi, 41
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19
Filippo Romano
Off China
Premio
Marco Pesaresi 2007
romano  
Il premio Marco Pesaresi ha sempre premiato fotografi di grande originalità e con un solido progetto artistico e documentario. Filippo
Romano, fotografo siciliano formatosi all'International Center of Photography di New York, ha dunque illustri predecessori e quest'anno espone al SIFEST/08 il suo lavoro OFF China.
Il lavoro di Romano, lontano dall'essere uno sterile resoconto reportagistico, testimonia la transizione dal comunismo al capitalismo di cui la Cina è stata ed è tuttora protagonista. Questo paese oggi ridisegna continuamente il proprio orizzonte culturale raccogliendo il flusso di informazioni che proviene da occidente e nello stesso tempo restituisce al resto del pianeta incalcolabili quantità di dati, racconti e rappresentazioni di se stesso.
Le fotografie di Filippo Romano ci restituiscono un'immagine della Cina lontano dai luoghi comuni e dagli stereotipi occidentali: mancano le metropoli affollate da milioni di abitanti, che ritroviamo dispersi uno ad uno su fondali smisurati come autostrade parchi o hall d'albergo; manca il passato, sopraffatto dai numerosi cantieri edilizi che raccontano il sistematico processo di sostituzione del vecchio con il nuovo; manca infine anche il futuro: cosa sarà dell'identità di questo popolo e dei singoli individui? Come evolveranno le dinamiche sociali? Il processo di sviluppo tecnologico e industriale influirà sull'equilibrio ecologico?
“Le fotografie di Filippo Romano non danno nessuna risposta a queste domande, ma stabiliscono il proprio contributo nello scongiurare qualsiasi possibilità di fare chiarezza”. Francesco Zanot
Mostra presentata con la collaborazione di Fnac Italia.

ex Consorzio di Bonifica, corso Garibaldi, 41

12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19
Luca Fersini
Frammenti dilatati Premio SI FEST/ Portfolio 07
fersini  

Luca Fersini, nato a Milano nel 1971, si definisce un fotografo autodidatta, molto istintivo, che elabora i lavori sulla base della riflessione del proprio vissuto, dando ad ogni progetto una sua impronta stilistica, congeniale allo scopo di comunicare la raffigurazione della “realtà” più intima.
Ha vinto il SI FEST Portfolio in piazza 2007 a Savignano sul Rubicone con il lavoro Fammenti dilatati, un lavoro in cui Luca è partito dalla volontà di capire e vivere le manifestazioni di piazza. Da qui la decisione di partecipare ai principali cortei organizzati nel corso dell'anno sul territorio nazionale. Tra tutti: il NO Tav, il NO Molin, i Gay Pride di Torino e Roma sino al NO Bush ancora nella capitale. L'idea da cui si è sviluppato tutto il lavoro è quella di decontestualizzare le singole manifestazioni per far emergere gli atteggiamenti, le aspettative e i bisogni dei partecipanti. Capire e sviscerare gli ideali sociali comuni dai quali nascono opinioni individuali.
Laura Serani, curatrice del SI FEST parla di Frammenti Dilatati come di “un lavoro che si inscrive nella tradizione del reportage in bianco e nero, un'opera originale che mette a fuoco il comportamento umano nelle manifestazioni pubbliche, segnalando
i nuovi significati del manifestare collettivo.”

ex Consorzio di Bonifica corso Garibaldi, 41

12 e 13 settembre: ore 9-01
14 settembre: ore 9-19 sabato e domenica
fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19
Jessica Dimmock
Il nono piano Premio F 2007 - in proiezione
dimmok  

Ogni anno il SI FEST si propone di presentare lavori premiati da importanti organizzazioni. Dopo le mostre di Jean-Christian Bourcart e di Jürgen Nefger vincitori del Prix du Jeu de Paume, Parigi nel 2007, quest'anno a Savignano Il nono piano di Jessica Dimmock, Premio F 2007.Jessica Dimmock, ha realizzato un lavoro di documentazione su di un gruppo di tossicodipendenti che vivono al nono piano di un edificio a Manhattan. Il reportage di Jessica è durato 3 anni, anni ricchi di intensità, sofferenza e disperazione. La giuria del Premio F (Fabrica e Forma) ha deciso di premiare questo progetto che trasuda empatia e compassione per il soggetto ritratto. Non è la prima volta che si ritraggono le terribili conseguenze dell'abuso di droga e le tormentate storie di chi ne è coinvolto, ma la fotografa ha saputo unire ad un lucido linguaggio visivo, privo di retorica e commiserazione, un potente approccio narrativo. Ogni immagine è una storia che descrive e suggerisce più di tante parole.
Mostra/proiezione presentata in collaborazione con Contrasto.

Jessica Dimmock, 28 anni, vive a New York. Si è diplomata all'I.C.P. in Documentary Photography. Il suo lavoro è stato pubblicato su “Aperture”,
“The New York Times Magazine” e molte altre testate. Per questo lavoro ha ricevuto il premio F per la fotografia di documentazione sociale e il premio Inge Morath di Magnum
.

ex Consorzio di Bonifica corso Garibaldi, 41
12 e 13 settembre: ore 9-01
14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica
fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Giacomo Brunelli
Creature Premio Portfolio Italia
brunelli  

Premiato nella scorsa edizione del SI FEST con il Premio TPW, successivamente ha ottenuto il riconoscimento Portfolio Italia della FIAF, Giacomo Brunelli presenta quest'anno Creature.
Animali domestici, silenziosi abitanti di periferie e marginali attività umane, questi i soggetti scelti per l'indagine di Brunelli: un safari urbano che sorprende per l'intensità del linguaggio poetico e la forza evocativa di ogni singola immagine.
Fedele compagna delle ricerche di Brunelli è una Miranda Sensorex della fine degli anni 70, un equipaggiamento quasi primitivo per gli standard attuali che impone un avvicinamento fisico ai soggetti: un colloquio fatto di sguardi che apre all'affinità profonda con la natura corporea, sensoriale e irrazionale degli esseri viventi. Nella constatazione dell'identità tra esseri umani e non umani ogni ritratto diventa un ritratto a se stessi, la scoperta della capacità della compassione, del sentire insieme e l'uno per l'altro. Sono attimi di completa empatia tra autore, animale e paesaggio, in una molteplicità di soluzioni che, combinate, si avvicinano alla soluzione generale. Ed è proprio in questo coro di voci diverse che si traccia il disegno di un altro modo di rapportarsi al mondo. Da una parte la perfezione dell'essere animale, abituato a resistere nell'habitat naturale, che mette in atto tutte le possibilità di adattamento in uno spazio che non gli appartiene. Dall'altra parte la congenita incompiutezza dell'umano che riempie di provvisori possessi la paura del limite.

ex Consorzio di Bonifica corso Garibaldi, 41

12 e 13 settembre: ore 9-01
14 settembre: ore 9-19
sabato e domenica
fino al 5 ottobre: ore 10-13 e 15-19

Parco del Rubicone: Ipotesi di paesaggio 3
ideazione Stefania Rössl

Nullus locus sine genio
collettiva a cura di Stefania Rössl

Sul campo fotografie di Massimo Sordi
a cura di Elena Mucelli

Rubicone
fotografie di Frédéric Delangle

Oltre il fiume proiezione video 20'
Elena Mucelli, Stefania Rössl, Raffaella Sacchetti

Il progetto Parco del Rubicone: Ipotesi di paesaggio è stato intrapreso e sviluppato nei due Laboratori di Fotografia realizzati nel 2006 e nel 2007 e si propone quest'anno con la terza ed ultima campagna fotografica riguardante
il territorio segnato dal fiume Rubicone.
La campagna 2008 ha visto la partecipazione di Frédéric Delangle e di Massimo Sordi le cui immagini saranno in mostra accanto a quelle realizzate dai fotografi e dagli studenti della Facoltà di architettura. Il progetto fotografico intende realizzare una mappatura che si costruisce lungo il percorso del Rubicone, interpretando le specificità dei singoli luoghi. Il fiume
ancora una volta si configura come elemento centrale di un paesaggio fatto di frammenti, naturali ed artificiali, in costante dialogo tra loro. Seguendo il corso del Rubicone, assunto come riferimento costante per la definizione del limite del territorio comunale, la campagna fotografica mira a chiarire i differenti episodi che compongono il paesaggio nell'idea di pervenire ad una narrazione in cui i luoghi si fanno protagonisti. La scrittura di una mappatura del territorio porterà ad una riflessione sui caratteri identitari dei luoghi
legati alla loro sequenziale evoluzione. Le singole tracce, memoria del passato e matrice utile per il presente, sono insieme nella volontà di formulazione di una nuova geografia utile alla riflessione sulla complessità del
paesaggio contemporaneo.

Villa Torlonia, sala delle Tinaie, S.Mauro Pascoli

12, 13, 14 settembre: ore 9-19 / sabato e domenica fino al 28 settembre:
ore 10-13 e 15-19. La mostrà verrà inaugurata giovedì 11 settembre alle
ore 19 con intrattenimento musicale.
Immagini in tasca
collettiva a cura di Mario Cresci


Il taccuino, un problema di libertà individuale

Nel progetto “Immagini in tasca” la fotografia è principalmente intesa come pretesto rivolto al vedere la realtà prima con la mente
e poi con il mezzo, analogico o digitale che esso sia. In questo senso ogni studente si sente libero di muoversi in relazione con se stesso e con la propria condizione di vita e in rapporto a una percezione personale del tempo e dello spazio. E' la prima fase esplorativa della libertà all'interno di un Modus vivendi che Zygmunt Bauman definisce come “utopia del mondo liquido” in un contesto sociale dove non sono rimasti molti terreni solidi su cui gli individui possano edificare le loro speranze di salvezza”.
La paura di non poter esprimere liberamente le proprie idee attraverso concreti progetti d'arte nella società è ciò che avvolge spesso
negativamente il pensiero dei giovani, che non intravedono alternative, non solo di carattere economico, al loro futuro. “Immagini in
tasca” sono microstorie che sviluppano temi molto diversi tra loro, che in gran parte corrispondono anche a ciò che pensava Bruno
Munari e che a livello didattico abbiamo più volte indicato come atti di libertà e che ogni cosa individuata anche con la Fotografia ne
rimanda ad altre e così all'infinito in una sequenza di situazioni che sono il risultato dei processi ideativi che assumono forme visive di un pensiero complesso sempre aperto e predisposto “A mettere al mondo il mondo”, come scriveva Alighiero Boetti.
Accompagna la mostra il video Immagini in tasca realizzato da Agustin Sanchez e Mario Cresci, musiche di Secondo Casadei. La mostra Immagini in Tasca nasce dal workshop “Modus vivendi, uno sguardo nel quotidiano” di Mario Cresci, promosso da Savignano Immagini e dalla Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso in occasione della mostra Modus vivendi, microcosmo italiano. Il viaggio di Mario Cresci nelle Società di Mutuo Soccorso esposta giugno scorso a Savignano sul Rubicone. La mostra è realizzata grazie alla collaborazione di PhotoActivity.

Palazzo Vendemini, sala blu, corso Vendemini, 67
12 e 13 settembre: ore 9-01 / 14 settembre: ore 9-19
fino al 5 ottobre: orari di apertura della biblioteca, tel. 0541.944017
Proiezioni al Cinema Moderno a
Cinema Moderno, corso Perticari 7 - ore 15-18

Mississippi One
di Sarah Moon

Quelli di Bagheria
di Ferdinando Scianna e Paolo Iannuzzi

Mario Dondero, fotoreporter gauchiste per sempre
di Anna Vinci per Raisat Extra

Facce da schiaffi

di Toni Thorimbert e Stefano Riva

’68 un anno di confine
di Uliano Lucas

1968
di Contact Press Images

Tibet, no hope, non fear
di Max Pam

I Lama del Tibet
di Melina Mulas
pr   pr   pr   pr  
         
           
Proiezioni nelle vie del centro storico
ore 21.30 - 01


Mes Oisivetés
di Gérard Collin Thiébaut

courtesy Museo Nicéphore Niepce

Evidence
di Godfrey Reggio
courtesy Fabrica

Fictions intimes
di Laure Vasconi

Pastis/5-Quito

di Marco e Saverio Lanza

Tracce di impressioni urbane

di Martina della Valle

re>>ind
di Luca Massari
Nophoto - Madrid
Muta Matadero di Nophoto
Cina: When we are all rich di Matías Costa
China’s Dream Radio China di Jorquer
Mare: Mulberry_Harbour_Normandie di Eduardo Nave
The Wide Frontier di Juan Valbuena
No surfing day di Carlos Lujàn


Altre videoproiezioni di giovani fotografi
Brada Barassi, Athina Chroni, Giuseppe De Grazia, Marco Gradara
Simone Martinetto, Eleni Mouzakity, Diego Parolini, Federico Sutera
Dune Varela
Videoinstallazioni

À l’oeil
di François Cheval del
Museo Nicéphore Niepce
e di Julien Roger della
Società On-Situ

UP

di Fabrizio Zanuccoli
Mariano Marini
Rudy Mazzoni
Ideal Review
e AzioneGradoZero
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